27072024Headline:

Torna la Macchina di Santa Rosa come il “campanile che cammina”, niente più svolazzi

Era necessario interrompere una deriva progettuale "sbagliata"

Il rendering della nuova Macchina di Santa

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,18.9.23

Era ora che un progettista della macchina di Santa Rosa abbandonasse svolazzi, angeloni pendenti, teste di leone, vaschette ed altre amenità varie e che un progetto tornasse alle “origini” cioè, un baldacchino processionale scresciuto in altezza. Mai più costruzione di Macchine più somiglianti a carri di carnevale, anche se qualche partecipante al recente concorso c’è la messa tutta per far apparire il trasporto del 3 settembre in un corso carnevalesco da martedi grasso. Finalmente, oggi, si osserva
proprio nel progetto di Raffaele Ascenzi un’iterpretazione originaria della Macchina di Santa Rosa e del come e perchè essa nei secoli si sia tramandata.

Non poteva non vincere il progetto di Ascenzi di fronte ad una caterva di progetti presentati che in buona sostanza continuavano il linguaggio “sbagliato” di far ritenere la Macchina di Santa Rosa un’opera artistica e non già religiosa. un tentativo stupire gli spettatori, finire in qualche catalogo di arte e non più. Adesso, dopo decenni, si è tornati ai concetti originari, proprio quelli che le macchine ideate dai maestri Paccosi hanno proposto. nel passato.

La Macchina di Santa Rosa “Dies Natalis” non rappresenta un’inversione brutale di tendenza ed un ritorno alla tradizione come fu quella che succedette la Macchina “rivoluzionaria” di Salcini del 1953, ma una moderna interpretazione di un classico.

Infatti, mentre le Macchine tradizionali avevano un andamento quadrato, come appunto un campanile, la “Dies natalis” a parte la parte inferiore, ha un andamento rotondo, ed appunto qui, è la liasion tra tradizione e novità.

I richiami al classico vengono dagli elementi gotici presenti, ma appunto questi elementi architettonici sono quelli di Viterbo, del suo Palazzo dei Papi, quindi elementi di viterbesità che non possono essere omessi in un’opera che a Viterbo fa riferimento. Poi, il carattere religioso, purtroppo dimenticato nel recente passato, torna prepotente nel progetto Ascenzi che nella Macchina ha inserito rappresentazione della vita della Santa Viterbese, la statua della Santa non è più svettante nel punto più alto della Macchina, ma inserito in una nicchia, proprio come si addice ad un santo.

Qualcuno ancora pensa che sia la Macchina di Santa Rosa qualcosa che possa stupire, resterà deluso, ma per decenni sono rimasti delusi i viterbesi che hanno visto passare nelle vie della Città, attrezzi scenici assolutamente alieni dal carattere processionale del fenomeno Trasporto Macchine di Santa Rosa, ma forse meglio adatti ad un sfilata di carnevale.

Aspettiamo il 3 settembre 2024 e ne riparleremo.

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