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Protestano gli agricoltori tedeschi per la politica europea, che aspettano i nostri ?

Il mondo agricolo europeo si sveglia e protesta

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo.9.1.24

La Germania, insieme alla Francia, hanno sempre dettato in campo europeo le scelte della politica agricola con il risultato che le loro economie agricole e zootecniche sono sempre rimaste in vetta penalizzando quelle mediterranee, in particolare quelle italiane.

Adesso, anche al di la delle Alpi, nella grassa agricola Germania, è scattata la rivolta. Migliaia di trattori hanno invaso strade ed autostrade provocando blocchi di traffico e disservizi nei trasporti, cosi come nel recente passato era avvenuto da noi con analoghe forme di proteste sempre però biasimate dai governanti di turno che hanno sempre accusato il mondo agricolo poco comprensivo delle politiche agricole comunitarie ed ambientali.

Finalmente, anche nel Nord Europa si è scoperto che è proprio la politica agricola dettata dai burocrati Bruxelles sotto il furore ambientalista quella che penalizza le agricolture nazionali costringendo le amministrazioni governative nazionali ad adottare misure di contenimento energetico e fitosanitario che alla fine determinano calo delle produzioni ed aumenti costi.

La protesta in terra tedesca è rivolta al Cancelliere Scholz ed al suo governo che ha varato disposizioni ritenute negative allo sviluppo agricolo germanico, ma in realtà la protesta è contro la politica agricola europea che costringe i singoli paesi aderenti alla Comunità di adottare misure di vario tipo, in definitiva penalizzanti per uno sviluppo agricolo del continente.

Noi, in Italia, abbiamo già da anni subito le conseguenze di una politica europea “nemica” delle colture mediterranee. Lo sanno bene i nostri agricoltori ed allevatori quanto siano costati in termini di produttività i vincoli imposti alla produzione agricola nazionale, facendo anche capire che certe disposizioni andavano a favore delle agricolture d’oltrealpe di conseguenza rendendo meno competitive le nostrane.

Tali politiche hanno in particolare danneggiato le produzioni della Tuscia

Era ora che anche in Germania ci sia resi conto che disposizioni quali: la limitazione dell’uso dei fitofarmaci, dei concimi e del consumo di gasolio per agricoltura (unico carburante utile per muovere le pesanti macchine agricole e per irrigare i campi), sono solo nel segno di penalizzare l’industria primaria quale è appunto l’agricoltura che fornisce cibo per i cittadini.

Se su certa stampa ci si sofferma che la protesta degli agricoltori tedeschi sia solo rivolta ai loro governanti, è errato, perchè, purtroppo, è proprio la politica agricola comunitaria che impone ai governanti dei 27 stati dell’Unione ad adottare misure dettate dagli euroburocrati sedenti a Bruxelles, le cui scelte, spesso appaiono in danno dell’intera economia continentale ed in favore di importazione di prodotti agricoli extra UE.

La “marcia dei trattori” non vada pertanto praticata nei territori dell’Unione, ma in particolare a Bruxelles dove si “legiferano” provvedimenti penalizzanti per gli agricolori, siano essi sassoni, o pugliesi, ma tutti quotidianamente in difficoltà far quadrare i conti delle aziende agricole non solo per le bizzarie climatiche (inevitabili), ma quelle di coloro, che, “per salvare il pianeta”, obbligano tagliare l’uso di fitofarmaci e concimazioni chimiche e dei carburanti.

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