06052024Headline:

Non piove in pianura, non nevica in montagna, l’acqua nella Tuscia già scarseggia dovunque

Senza acqua sui campi non può esistere produzione agricola

Il futuro delle coltivazioni maidicole

Redazione

Viterbo,5.2.24

Sarà, o non sarà, per il “cambiamento climatico”, ma di certo, quest’anno, meglio quest’inverno, la pioviosità nelle nostre contrade è rimasta assente.

Sono passati i primi mesi invernali di novembre e dicembre, entrambi nella media di almeno circa 80 mm. di precipitazioni (non senza però notizie di alluvioni in passato), per giungere a gennaio, che comunque si considera un mese asciutto (“gennaio polveraio, riempie il tuo granaio”) ma, che per, il rigore della temperatura, mantiene ferma la vegetazione, siamo arrivati ai primi di febbraio, mese piovoso per statistica, che di pioggia e di neve non se ne parla.

Le sorgenti della Tuscia sono al minimo proprio nel periodo dell’anno che danno il massimo, quindi, si dimostra, che le riserve idriche del sottosuolo siano già in fase critica, come a fine estate.

La riserva idrica generale proviene nei mesi invernali dalle precipitazioni nevose che nel loro lento scioglimento primaverile alimentano le falde, ingrossano i fiumi e riempiono i laghi.

Ma, nulla di tutto ciò è nelle previsioni meteo.

Anzi, il rialzo delle temperature che soltanto nelle prime ore del mattino, sono “normali” per il periodo, salgono nelle ore meridiane a valori primaverili e, di conseguenza, svegliano la vegetazione per la maggiore presenza del sole che scalda chiedendo acqua.

C’è chi ci pensa come risolvere il problema, ma una immediata soluzione non ci può essere che andare a limitare per la prossima stagione estiva le irrigazioni dei campi e proibire l’uso dell’acqua per i casi non indispensabili.

Misure tampone, che hanno come conseguenza la diminuzione della produzione agricola tradizionale che richiede irrigazione con effetti perversi sui ricavi delle aziende agricole, costrette pure, già da adesso, a considerare la messa in campo di colture che necessitino di acqua per crescere e maturare. Però, praticamente, non esistono che poche coltivazioni che non richiedano acqua per prosperare, anche l’ulivo, per es, negli anni siccitosi da poco frutto, per non parlare del nocciolo che senza irrigazione produce poco o niente. In ogni caso,anche i cereali, che seminati in autunno e si accrescono in inverno, hanno necessità di pioggia per poter bene accestire per poi maturare a primavera avanzata. Se non piove, in inverno, la pianta soffrendo non da il frutto sperato.

Un problema per la Tuscia, dove il comparto agricolo ha un’importanza economica notevole.

E’ vero che inverni siccitosi sempre in passato ci sono stati e che poi, nella primavera successiva, l’abbondanza anche troppa di piovosità, ha rimesso le cose a posto, ma le previsioni attuali non danno speranza con certezza che dal mese di marzo, inizio della primavera, il regime delle precipitazioni meteoriche (pioggia e neve) sia regolare.

Staremo a vedere, ma certo, per gli agricoltori che hanno i loro luoghi di produzione all’aperto (bottega senza tetto) il futuro della stagione agraria si presenta problematico per la progrmmazione delle coltivazioni estive ed il loro risultato.

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