
Redazione
Viterbo,15.2.24
Mentre ieri, mercoledi delle ceneri, nessuno per la stampa ha ricordato l’evento secolare del “Pranzo del Purgatorio” presso il complesso di San Magno sul litorale di Gradoli, ormai da anni palcoscenico dei vip politici nostrani, giorni fa, sono stati presentati ai sindaci interessati, Viterbo in primis, gli stanziamenti previsti con i Fondi per il Giubileo 2025.
Tra i comuni bonificati svettano quelli di Bolsena e Capodimonte cui spetteranno ben 500 milioni ciascuno.
A Capodimonte è previsto il restauro della Rocca Farnese, che dal XVI° svetta sul promontorio che si affaccia sul Lago. Già residenza di Paolo III° Farnese, per un’infinità di passaggi di proprietà è oggi della Famiglia Eredi Biagio Brenciaglia. Meritevole l’impegno degli attuali proprietari per la manutenzione del fabbricato, a metà tra fortezza e residenza nobiliare.
Indubbiamente, per il valore storico urbanistico del complesso, bene saranno spesi fondi pubblici.
A Bolsena, invece, analoga somma verrà impiegata per la valorizzazione del sito del Grancaro, cioè, quel villaggio palafitticolo che venne scoperto dall’indimentabile ing.Fioravanti precurosore mondiale dell’archeologia subacquea nei pressi della sponda orientale del lago in territorio di Bolsena.
Da oltre mezzo secolo, il sito archeologico è visitato e studiato da archeosub provenienti da tutto il mondo, tutti sino ad oggi effettuati solo mediante fondi privati e di istituzioni universitarie e scientifiche, ma mai, denaro pubblico è stato versato per approfondire i misteri che si celano nelle modeste profondità lacustri a pochi metri dalla disabitata spiaggetta antistante, raggiungibile con fatica dalla soprastante via Cassia.
Qui sorge un mistero per gli archeologi. La presenza di una piramide realizzata in pietrame, certamente all’asciutto, poi, per le mutazioni secolari dovute al livello delle acque del Lago, oggi subacquea, ma quasi in superfice. Nessuno ad oggi ha dato una spiegazione del perchè esista un tale tipo di monumento costituito da massi di nenfro che dalla profondità di circa 4 metri quasi affiorano in superfice. Una tomba, o un altare ?
Mediante possibili studi e maggiori prospezion subacque nelle aree attorno intorno dove è continuo il ritrovamento, anche recente di vasellame, ha confermato la presenza nel luogo di insediamento umano di 3mila anni fa.
Con il finanziamento programmato si potrebbe sciogliere l’enigma del perchè esista questo manufatto, oggi chiamato “l’aiola”,
Gli studi che saranno compiuti all’esito di campagne di archeosub andranno comunque ad arricchire con altri trovati reperti il Museo territoriale del Lago ideato e voluto dall’indimentabile Ing.Alessandro Fioravanti, che per il suo talento, ha fatto nascere sin dagli anni 50 del secolo scorso l’archeologia subacquea nel mondo.