04122024Headline:

Giovedi 13 h.17.30 Sala conferenze Provincia:“Le marocchinate nella Tuscia, Le violenze delle truppe coloniali francesi sulla popolazione civile del viterbese”.

Ermanno Olmi

Riceviamo e pubblichiamo

Viterbo,9.6.24

L’ingresso è libero.

A organizzare l’evento è l’associazione nazionale vittime delle marocchinate, presieduta dallo scrittore e ricercatore storico Emiliano Ciotti.

Sono invitati a partecipare i cittadini, le associazioni e i famigliari di chi 80 anni fa subì le marocchinate, cioè le turpi violenze compiute dalle truppe coloniali francesi nel 1944.

Modererà il dibattito il Cavalier Ufficiale Maurizio Federici. Sono previsti i saluti istituzionali di Alessandro Romoli, presidente della Provincia di Viterbo e della Sindaca di Viterbo Chiara Frontini.

Aprirà la serie di interventi Silvano Olmi (nella foto) , che tratterà il tema “Non solo la Ciociara – Le violenze dei coloniali francesi nella provincia di Viterbo”; a seguire Valentina Rinaldi che parlerà di “Una ferita ancora aperta – le marocchinate a Tuscania”; mentre Anna Mula tratterà “Le conseguenze degli stupri sulle donne violentate dai coloniali francesi” e, infine, l’intervento di Emiliano Ciotti avrà come titolo “Il pesante silenzio – le marocchinate, uno stupro di massa dimenticato”.

“Nel giugno 1944 la Tuscia venne attraversata rapidamente dal fronte di guerra – dice il giornalista e scrittore tarquiniese Silvano Olmi – questo preservò in parte la popolazione dalle bestiali violenze messe in atto in Ciociaria dalle truppe coloniali francesi. Nonostante la rapida avanzata, le truppe alleate compirono nella Tuscia un centinaio di stupri, prevalentemente sulle donne, ma anche uomini e bambini subirono la stessa sorte.

I magrebini francesi – continua Olmi – si gettarono sulla popolazione civile viterbese compiendo saccheggi, furti, stupri, violenze di ogni genere. La città di Montefiascone fu la più colpita da questo flagello. I coloniali inquadrati nell’esercito d’oltralpe in questa cittadina svaligiarono 150 cantine e razziarono suini, ovini e pollame. Stuprarono alcune donne e un bambino di sette anni. Infine, uccisero Giuseppe Angeli, il macellaio Abele Mezzetti, il diciottenne Luigi Carloni, Ada Andreini e il figlioletto Ivano Pelecca di appena 5 anni.

Sono tutte vicende sulle quali è calato un omertoso silenzio – conclude Olmi – con questa conferenza, a 80 anni di distanza, vogliamo restituire dignità alle vittime delle marocchinate.

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