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Camilli iscrive la Viterbese: adesso viene il bello?

Il Comandante convinto dagli impegni del Comune. Tutti gli scenari

Il presidente della Viterbese Vincenzo Camilli con  Alessandro Luci

Il presidente della Viterbese Vincenzo Camilli con Alessandro Luci

E’ come una di quelle gioie che arrivano piano piano. Viene da pensare a roba sessuale, o ad una lunga attesa prima che ti portino in tavola una zuppa di crostacei, o ancora ai nove mesi che separano una coppia di genitori dalla nascita del primo figlio. Qui abbiamo dovuto aspettare meno, ma ne è valsa la pena. Ieri Piero Camilli ha annunciato che iscriverà la Viterbese al prossimo campionato. Perciò: il calcio in città non è (ri)morto, c’è un altro anno da vivere insieme sulle tribune del Rocchi, altre partite, altre emozioni, altri gol.

La lunga attesa è finita, le paure e le paranoie evaporate, e certo grazie al caldo di questi giorni africani. La lunga attesa è finita perché Camilli si è preso le sue responsabilità e ha deciso che la Viterbese non meritava “di ripartire dalla Terza categoria”. Nessuno gli aveva puntato la pistola alla testa, e visto anche il carattere irriducibile del Comandante, questo è un altro punto a favore. Ma che nel frattempo debba essere successo qualcosa è scontato. Per esempio, che il sindaco Michelini – tenendo fede alla parola data tre settimane fa ai tifosi – abbia ufficializzato a Camilli le sue azioni (non intenzioni) per rimettere a posto lo stadio Rocchi. E magari abbia aggiunto al pacchetto qualche altro pezzo interessante, forse addirittura l’agognato campo in sintetico da piazzare al quartiere Barco, intervento imprescindibile per garantire un futuro logistico serio al calcio cittadino. Vai a sapere, vai a capire: di certo quello che si sono detti Leonardo e Piero, Piero e Leonardo, deve avere un qualche valore.

Passaggio successivo: l’iscrizione della Viterbese (che verrà formalizzata nelle prossime ore attraverso le procedure telematiche della Lega nazionale dilettanti) è propedeutica ad altri scenari? Parliamone.

Mario Corinti, presidente del settore giovanile della Viterbese

Mario Corinti, presidente del settore giovanile della Viterbese

Primo scenario. Camilli l’ha iscritta per onore e perché è uomo di parola, ma appena troverà una soluzione alternativa la lascerà. Ci sarebbe sempre in piedi la pista interna, con Mario Corinti (presidente efficiente del settore giovanile) alla testa della società ma senza l’avvocato Ranucci, come diverse testate si sono affrettate a smentire le ipotesi (do you know ipotesi, colleghi?) riportate nei giorni scorsi da Viterbopost. Qualora l’opzione Corinti andasse in porto, il budget non sarebbe faraonico, ma onesto, e la guida della squadra potrebbe essere affidata ad un tecnico del settore giovanile, magari il preparatissimo Claudio Mele. Scartato il nome – circolato con troppa leggerezza da queste parti – di Massimiliano Nardecchia, già d’accordo con l’Orvietana del bravo uomo mercato viterbese Vito Piscopiello.

Ma non è Corinti il futuro più probabile. Il piano A, la speranza più grande, è che sia Camilli a restare saldamente al comando della società di via della Palazzina. Allestendo una squadra di spessore, puntando a riprendersi sul campo quello che è sfuggito l’anno scorso, vale a dire la promozione in Lega Pro, riprendendo insomma il discorso laddove si era interrotto il 7 giugno scorso, al playoff perso ai rigori contro il Taranto. Se così fosse, spazio al direttore sportivo Alessandro Luci (rivisto allo stadio a fianco del Camilli proprio nell’ultimo scorcio di stagione). Allenatore? I nomi si sprecano, anche perché di tecnici liberi ce ne sono a iosa, come di calciatori del resto.

Ma c’è anche una terza via in questa faccenda. E’ quella degli inguaribili ottimisti, mezzo romantici e mezzo illusi. Camilli sta giocando la sua personalissima sfida anche su scala nazionale. Pronto a cogliere al volo qualsiasi apertura della Lega Pro semmai ci fosse bisogno di completare gli organici. Come quinta nella classifica dei ripescaggi la Viterbese avrebbe buone chances di salire tra i professionisti. Magari senza neanche pagare quei 500mila euro a fondo perduto attualmente previsti dai regolamenti ma potenzialmente non necessari qualora arrivasse una chiamata diretta dalla stessa Lega. Se davvero si realizzasse questo incastro di regole, volontà, ambizioni e circostanze, bisognerebbe anche cambiare il progetto urbanistico dell’antichissima città di Viterbo. Perché al centro di piazza del Comune andrà innalzato un monumento equestre. A chi? A Piero Camilli, che domande.

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