Oramai è ufficiale: la Esattorie Spa è in procinto di chiudere i battenti. La presidente Sandra Marcucci ha confermato ieri al sindaco Giulio Marini e ai lavoratori la volontà di presentare in Tribunale richiesta di concordato preventivo, di fatto l’anticamera del licenziamento. Per i 38 dipendenti di Viterbo, come per i 70 colleghi del Molise, si prospetta uno scenario tutt’altro che roseo: cassa integrazione in deroga a zero ore e senza rotazione oppure, qualora il ministero non desse il via libera, lo spettro della disoccupazione. Intanto, da lunedì scattano le ferie forzate per tutti.
“La presidente – racconta Maria Elvira Fatiganti della Uil-Tucs – ha ribadito ai lavoratori che non ci sono alternative alla cig perché non ha più liquidità. Ha fatto capire che la loro sorte è affidata alle mani del Comune, che potrebbe riassorbirli”. Per gli stipendi arretrati, i tempi si allungano. “Subentrerà il curatore fallimentare e noi – spiega – dovremo ricorrere ai decreti ingiuntivi e al giudice, ma alternative non ce ne sono”. Resta il dubbio se il ministero del Lavoro concederà o meno l’ammortizzatore sociale visto che la prassi è di negarlo per i settori dei tributi e delle esattorie. “C’è stata – accusa Fatiganti – poca trasparenza nella gestione della spa, lo dicono anche i colleghi di Isernia. Non si fallisce in tre giorni. Marcucci ha invece sempre rimandato gli incontri, è stata evasiva coi sindacati, ha cercato di tappare i buchi e di eludere le risposte”. L’unica cosa certa è che i sindacati metteranno la vertenza sul tavolo del futuro sindaco non appena si sarà insediato.
Parla di situazione drammatica il segretario della Filcams Cgil, Carlo Proietti. “L’azienda – racconta – spiega di non avere soldi perché alcuni Comuni, non quello di Viterbo che è in regola, non hanno versato il dovuto per il servizio. Ma il nodo ora riguarda come garantire il servizio se l’azienda chiude”. La proroga alla convenzione col Comune di Viterbo scade a fine giugno. “Resta da capire – si chiede Proietti – se il Comune è in grado di espletare in proprio il servizio. Col patto di stabilità non si possono fare assunzioni e comunque per entrare in un ente serve un bando pubblico. Per questo abbiamo chiesto un incontro in prefettura”.
Bella domanda, a cui l’ex autista di Perugi finora non ha risposto. Forse perché troppo impegnato a cucinare penne e a offrire panini con la porchetta.