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Viterbese, vincere oggi per vincere domani

La coppa Italia

La coppa Italia

E’ di metallo lucido. Se alzata al cielo brilla, pure se il cielo è grigio. Fredda quando la tocchi, provoca brividi leggeri, come uno scettro regale, come il bastone di Mosè, come la spada laser di Luke, e che la forza sia con te. E’ la Coppa Italia regionale di Eccellenza, e oggi la Viterbese può vincerla, prendersela, abbracciarla e riempirla di champagne e poi magari portarsela a letto. Basta soltanto battere l’Empolitana Giovenzano, nella finale che si giocherà dalle 14.30 allo stadio 8 settembre di Frascati.
Questa non è una coppetta e non è una coppona. Non ha le grandi orecchie ma non funziona neanche da portaombrelli. E’ qualcosa che vale, per chi la vince, e vale pure per la Viterbese, che nella sua storia ultracentenaria un trofeo non l’ha mai alzato, se si escludono certi torneucci della parrocchietta (il triangolare di Canino, un classico di ogni inizio stagione) e quelle targhe d’ottone un tantino finte che ti consegnano quando vinci un campionato. L’ultimo, per la cronaca, quindici anni fa: 1999, primo posto in C2. E chissà dove staranno tutte queste ferraglie accumulate negli anni da vecchie Viterbesi ormai fallite: impolverate in qualche deposito, all’asta su Ebay (e chi se le compra?), nei cassetti di un robivecchi sulla Salaria, sui caminetti di dirigenti falliti e nostalgici. Chissenefrega. Quello che conta è che la bacheca della Viterbese attuale, targata Camilli sia vergine e piena di spazio: oggi potrebbe ricevere il primo pezzo di quella che si spera sia una lunga serie.
Alzare al cielo la coppa Italia di Eccellenza è il migliore degli inizi possibili. Intanto, perché rientra negli obiettivi stagionali dichiarati dal presidente Vincenzo Camilli, uno che ha esordito nel calcio sollevando proprio un altro calice, la coppa di Prima categoria due anni fa a Civita Castellana. Al Madami, in quel giorno di festa, ricevette l’abbraccio del papà Comandante Piero, presente in tribuna e che mai si sarebbe perso il battesimo vincente del figlio. Da allora la storia dei Camilli ha preso una piega imprevedibile, la migliore possibile per i tifosi di Viterbo: la situazione a Grosseto che s’incasina per cause di forza maggiore (leggi: una serie di giocatori che avevano il vizietto di vendersi le partite), la Castrense che vince due campionati di seguito, e intanto la As Viterbese che finalmente si piega sotto il peso dei debiti, e, dopo anni di salvataggi in extremis, chiude i battenti. I Camilli sono sbarcati a Viterbo e adesso, sette mesi dopo, giocano per il primo trofeo e intanto comandano con polso serio la classifica del massimo campionato regionale con cinque punti di vantaggio sulla seconda. Tabella di marcia rispettata, proclami estivi pure, il Lazio – tutto il Lazio isole comprese – che ha trovato nel pallone un motivo, l’unico, per invidiare il povero capoluogo della Tuscia. Rosicate, corregionali, rosicate.
Oggi saranno in tanti a salire a Frascati, e questa è la dimostrazione che un altro obiettivo è stato centrato: creare un legame con la gente. Un rapporto schietto, a tratti anche brusco, ma basato sulle leggi del mercato: la domanda dei tifosi (vittorie, grandi giocatori, serietà) e l’offerta dei Camilli (vittorie, grandi giocatori, serietà). Un matrimonio felice, insomma, semmai ce n’è mai stato uno.

Piero Camilli con i figli Vincenzo e Luciano e Sandro Zucchi

Piero Camilli con i figli Vincenzo e Luciano e Sandro Zucchi

Sulla strada dei Blu c’è l’Empolitana Giovenzano, squadra che sarebbe simpatica già soltanto per il nome – l’Empolitana è una via dell’agro romano, il Giovenzano un fiumiciattolo – e volenterosa realtà aggregativa di alcuni centri a est di Roma. Sulla carta, per ragioni squisitamente tecniche, non ci dovrebbe essere confronto, e non si sollevino obiezioni del tipo “una finale è una partita particolare bla bla bla”. Quello che importa è alzarla al cielo, farla vedere bene a tutti e strappare un biglietto per la fase nazionale. Quando s’incroceranno le vincitrici delle altre regioni (per primi, i sardi del Porto Corallo), in un assaggio di quello che potrà succedere alla Viterbese l’anno prossimo, in serie D.
Vincere oggi per vincere domani, insomma. E continuarlo a fare il più a lungo possibile: nella bacheca dei Camilli c’è un sacco di spazio da riempire.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Ricominciare a vincere lontani dalla sfiga di Philip Red from Trieste.

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