Pur non essendo un talent show, o un programma di cucina, o una fiction buonista, il Trasporto della Macchina di Santa Rosa in televisione funziona. Lo dimostrano i dati d’ascolto di Tv2000 pubblicati da Viterbopost: un picco del 2.37 per cento di share dopo mezzanotte (quasi due televisori e mezzo accesi, in Italia, erano sintonizzati sulla trasmissione da Viterbo), oltre 800mila spettatori totali, punte di 200mila contatti al minuto.
“Sì, la Macchina sta diventando sempre più un patrimonio comune a tutta Italia, e conosciuto nel mondo. Non soltanto, non più un fenomeno esclusivamente viterbese”, dice Pierluigi Vito, giornalista viterbese di nascita da tre anni la voce del Trasporto, visto che insieme a Cristina Pallotta (nel ruolo di inviata sul percorso, di “bordocampista”) racconta ai telespettatori l’evento. “E non è facile – premette – perché parliamo di una trasmissione di quattro ore, dunque molto lunga, dunque potenzialmente penalizzante per il pubblico. Per questo si cerca di dare ritmo, di arricchire i contenuti collaterali, le schede e gli approfondimenti, affinché le persone restino incollate allo schermo”. Missione compiuta, a leggere i dati minuto per minuto: l’ascolto resta alto anche fino a notte fonda, fino all’arrivo in largo dei Facchini di Santa Rosa, l’apice del Trasporto nonché la sua conclusione.
La Macchina funziona, si diceva. E non lo dicono soltanto i numeri, ma anche il “gradimento”, concetto meno algebrico ma altrettanto importante, in televisione: “Tv2000 è quasi una comunità – spiega Vito – Può contare su una folta schiera di appassionati che se vai troppo sopra le righe te lo segnalano, ma se trasmetti qualcosa di interessante, di coinvolgente, sono i primi a sottolinearlo con messaggi e attestati di stima. Così è successo dopo il 3 settembre”.
Domanda: dal suo osservatorio privilegiato, Vito ha notato quest’anno un aumento dell’attenzione intorno al Trasporto? Dai numeri si direbbe di sì. “Ce ne siamo accorti dai messaggi che sono arrivati via social network. Da tutta Italia e anche dal resto del mondo. Questo conferma che Santa Rosa ha grandi margini di crescita, anche come evento televisivo. Ma naturalmente serve unità d’intenti, ed energie anche concrete, investimenti, da parte di tutte le realtà coinvolte, dal Comune alla produzione. Si diceva dei tempi della trasmissione: per il Palio di Siena si realizza una mole importante di contenuti a margine, ma in quel caso l’appuntamento è così famoso a livello mondiale che il pubblico è disposto comunque ad aspettare un’ora per la partenza dei cavalli… Intorno alla Macchina, secondo me, bisognerebbe studiare un format ad hoc, una ricostruzione dell’evento sempre più completa e non noiosa. Questo, naturalmente, farebbe lievitare gli investimenti, ma la televisioni ha i suoi costi: se togli una telecamera per risparmiare, rinunci ad un’immagine, se scegli di fare meno servizi si vede, e lo spettatore da casa se ne accorge”.
Qualcuno pensa che le immagini, o meglio la narrazione dell’evento attraverso le immagini, possa essere il mezzo perfetto per far arrivare la tradizione viterbese anche in posti – e mercati – lontani. “Perché no? – dice Vito – Del resto, Comune e Sodalizio dei Facchini hanno già puntato molto sul riconoscimento Unesco… E quest’anno abbiamo visto il sindaco di una città del Senegal, o l’ambasciatore del Brasile, assistere emozionati al Trasporto. Di sicuro ne parleranno con ammirazione nei loro Paesi. E che il culto di Santa Rosa sia diffuso nello stesso Brasile, ma anche in Cile, Argentina, Bolivia, potrebbe essere un’ottima occasione da sfruttare. Per la festa, certo, ma anche per la città di Viterbo”. Basta non cambiare canale.