Anche chiudendo gli occhi, anche prendendosi qualcosa di forte, resta davvero difficile immaginare quando questa astronave era piena di vita. Quando brulicava di mille attività. Quando serviva, soprattutto, a curare migliaia di persone provenienti da tutta Italia, pazienti mutuati che scendevano a Viterbo per ”passare le acque’’, o qualcosa del genere.
È difficile crederlo, mentre si varca il cancello secondario delle ex terme Inps in strada Bagni, gigante di pietra chiuso ormai da quasi 25 anni (tra il 1992 e il 1993 gli ultimi respiri), che una volta dava lavoro a oltre duecento persone, un altro piccolo motore di quell’economia termale che oggi sopravvive sotto forma privata e che si vorrebbe rilanciare, non si sa come, non si sa con quali euri, soprattutto, viste le condizioni in cui versa.
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