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Pensioni, la Fornero (quasi) in archivio

In settimana firma dell'accordo per l'anticipo: benefici anche per è nato nel 1954

Miranda Perinelli, segretaria dello Spi Cgil

Miranda Perinelli, segretaria dello Spi Cgil

Attenzione arriva l’Ape. E non si sta parlando dell’insetto giallo e nero che impollina i fiori e regala miele, ma dell’accordo raggiunto tra Governo e sindacati (tutti, presenti anche quelli di Viterbo) lo scorso 11 settembre dopo una serie di incontri iniziati già a luglio. Ape è un acronimo e sta semplicemente per Anticipo pensionistico. Non sembra vero, ma forse si è riusciti a trovare una piccola scappatoia alla legge Fornero. Dal prossimo anno, infatti, potranno andare in pensione in anticipo anche i nati nel 1954, ovvero coloro che spegneranno sulla torta di compleanno 63 candeline. Questo significa 43 mesi, o meglio 3 anni e 7 mesi di anticipo sulla pensione rispetto ai termini prescritti dalla Fornero. La misura sarà sperimentale, per due anni, poi si deciderà se confermarla, modificarla o eliminarla del tutto.

“È un risultato sicuramente positivo – spiega la segretaria della Spi Cgil Viterbo, Miranda Perinelli -. C’è un’apertura incoraggiante del Governo nei nostri confronti delle nostre richieste. Dagli incontri iniziati a luglio e proseguiti a settembre il dialogo è stato costruttivo, ma sono ancora molti i punti su cui ragionare e domande che necessitano di una risposta. Per andare avanti sulle altre questioni è fondamentale sapere quante risorse mette a disposizione il Governo. Soltanto conoscendo quei numeri si potrà capire come muoversi nel futuro prossimo per non rischiare di avere una coperta troppo corta”.

In settimana firma dell'accordo sull'anticipo pensionistico

In settimana firma dell’accordo sull’anticipo pensionistico

Le richieste sindacali infatti non si limitano all’Ape. Hanno un respiro più ampio nei confronti della tutela dei lavoratori e pensionati in generale. “Ci sono dei punti fondamentali sui quali non possiamo e non vogliamo cedere – sottolinea la segretaria –. Non è di secondaria importanza discutere sulla ridefinizione della tipologia dei lavori usuranti, sui comportamenti da adottare nei confronti dei lavoratori precoci o sulla quattordicesima da destinare ai pensionati che ricevono un assegno minimo con il quale non riescono nemmeno a tirare avanti”.

Sul tavolo altre richieste dei sindacati al governo

Sul tavolo altre richieste dei sindacati al governo

“Ma quello che ci sta più a cuore, oltre a conoscere la somma delle risorse messe a disposizione dal Governo  – prosegue la responsabile dello Spi Cgil – è creare un fondo di solidarietà a favore dei giovani. Ovvero per tutti quei ragazzi che sono in una situazione di precariato e che perciò versano contributi frammentati, a singhiozzo nel tempo. Non sarebbe neanche troppo complicato farlo, basterebbe infatti rivedere i vitalizi e quindi ridurre le ricche pensioni che non corrispondono affatto ai contributi versati da chi le riceve”.

“Speriamo comunque – conclude Miranda Perinelli – che il 21 settembre, data fissata per il prossimo appuntamento con il Governo, si possa chiudere definitivamente la questione, anche se voglio sottolineare che non cederemo a facili compromessi”.

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