27072024Headline:

“Per il Pd le primarie sono come il Vangelo”

Alvaro Ricci

Alvaro Ricci

Ha capito che rischiava di perderci la faccia. Perché in fin dei conti lui è il segretario cittadino del Pd, quello che le primarie per il sindaco le ha decise. E adesso, che si possa mettere in dubbio l’appuntamento già fissato per il prossimo 24 marzo, è una cosa che gli fa girare, e di molto, i gabbasisi, come direbbe il commissario Montalbano. Dunque per Alvaro Ricci la parola d’ordine è una sola. Indietro non si torna.

Allora Ricci, il Pd queste benedette primarie le fa o no?

“Le fa, le fa. Non potrebbe non farle. Ormai le primarie per questo partito sono come il Vangelo. Non si discutono”.

Eppure Michelini sembra un po’ restio o, se vogliamo, non molto convinto.

“No, le cose non stanno così. E poi qualche giornalista ci mette pure del suo. Non credo che Michelini non voglia le primarie. Forse non vuole quelle del Pd, ma quelle di coalizione sì. Insomma, per intenderci, uguali a quelle che hanno consacrato Bersani candidato premier”.

Aperte a tutti?

“Certo. A tutta la città. Perché il sindaco deve essere di tutti. Il messaggio che deve passare è che si deve andare oltre i partiti, anche se poi i partiti nel match ci devono stare”.

Vabbè. Però ormai tutti sanno che il nome di Michelini è venuto fuori da un accordo tra Gigli e Fioroni.

“Non so da chi sia nata l’idea e neanche mi interessa saperlo. Dico però che la candidatura di Michelini, espressione di un suo movimento, se inserita all’interno della coalizione alternativa al centrodestra, possa senz’altro portare un grande valore aggiunto. E con lui si possono vincere le elezioni. Quelle vere, per intenderci”.

Prima di Michelini c’era stata l’idea Santucci. Perché è abortita?

“La candidatura di Santucci è abortita non per problemi del Pd, ma per le note diatribe all’interno dell’Udc, che hanno portato al commissariamento e all’ormai nota diaspora”.

Comunque sia, non è che con Michelini si vuole rifare una Dc riveduta e corretta?

“Assolutamente no. Sarebbe anacronistica. Quando in ambito locale si lavora per superare gli steccati tra destra e sinistra, concentrandosi soprattutto sui problemi della città, pensare alla riesumazione della Dc è fuori luogo”.

Una domanda però molti se la fanno: riuscirà Michelini, una volta eletto, a resistere al pressing di Gigli e Fioroni?

“Io non faccio il vate e non mi occupo di psicologia. Ma per quel che conosco Michelini non credo che a 62 anni e con l’esperienza maturata possa farsi condizionare da qualcuno”.

Cosa pensa degli altri candidati venuti finora allo scoperto?

“Due non li conosco, mentre conosco bene Francesco Serra”.

Lui si identifica come il Renzi della Tuscia.

“Io non credo che a Viterbo serva un Renzi. Servono solo un buon sindaco e un buon gruppo di amministratori che abbiano capacità, passione e competenze specifiche. E che siano disposti a dedicare cinque anni della loro vita al bene della città”.

Lui ha detto che se fosse eletto sindaco continuerà anche a fare il medico.

“Il medico e il sindaco si somigliano molto perché sono due grandi missioni. E proprio perché grandi credo che non siano sovrapponibili”

Un’ultima curiosità. Molti davano lei come candidato a sindaco per il centrosinistra. Perché non s’è proposto?

“E’ vero e lo rivendico con orgoglio. Anche perché me lo hanno chiesto, non solo numerosi cittadini, ma anche associazioni e strutture organizzate. E non tutte catalogate nel centrosinistra. Però, mettendo al primo posto nei miei valori la famiglia – e io ne ho una che ha ancora bisogno della mia presenza – ho deciso di frenare. Ma fino a un certo punto. Perché il mio impegno per il Comune, per la città e per i viterbesi resta immutato. Anzi , penso che potrò dare ancora di più, se i cittadini lo vorranno”.

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