Per una volta una classifica fa onore alla Tuscia. E se è una classifica prestigiosa come quella de Il Sole 24 ore, meglio ancora. Stavolta non si parla né della quantità di gatti in un quartiere, né del record di sporco tra gli interstizi delle mattonelle. No, il tema in questione è l’università. Intesa come azienda. E quindi come “capacità produttiva”, economica, dell’apparato.
Bene. Secondo quelli del cartaceo rosa pallido l’Unitus sarebbe prima nel Lazio e diciottesima in Italia. Evviva, verrebbe da dire. Ma prima e diciottesima in cosa? Ecco la spiegazione: il punteggio complessivo è basato per il 50% sulla didattica e per l’altra metà sulla ricerca.
“Abbiamo eccellenze di levatura mondiale in questi due campi – apre il rettore, Alessandro Ruggieri – e ciò ci ha permesso di raggiungere simili traguardi. Sono molto soddisfatto soprattutto perché è stata vinta una sorta di scommessa con noi stessi. Una prova di forza che ha prevalso sugli inevitabili momenti di difficoltà”.
Lacrimuccia. E si va avanti scendendo nello specifico. Campo ricerca, siamo dodicesimi. Campo “valutazione degli studenti”, addirittura secondi. “Questo – aggiunge Ruggieri – è un altro significativo dato positivo, che mi entusiasma forse più degli altri. Vuol dire che i nostri studenti nel momento di lasciare l’università per il raggiungimento dell’obiettivo finale, giudicano molto positivamente sia la didattica sia il rapporto con il corpo docente e le strutture didattiche e amministrative. Un connubio che è stato sempre basato sulla massima collaborazione, disponibilità, rispetto”.
E magari qualcuno ha pure apprezzato il dopo-scuola notturno a San Pellegrino. “Vorrei sottolineare infine – chiude Ruggieri – che il miglioramento dei parametri ci ha consentito di ottenere risultati positivi anche da parte del Miur, dal punto di vista della erogazione del fondo di Finanziamento ordinario. Il ministero, infatti, ha tenuto conto delle nostre eccellenze e dei 500 studenti in più nell’annata 2013-14”.