L’erba cresce bene, non è dato sapere se il cavallo campi. “Al 90 per cento ci siamo”, dice il consigliere delegato Sergio Insogna, reduce dal secondo sopralluogo allo stadio Rocchi, il cui manto erboso è affidato alle cure degli esperti della ditta Zannoni di San Lorenzo Nuovo. Lo hanno riseminato, lo stanno facendo rifiorire per riportarlo ai fasti di un tempo, quando la Palazzina, con il suo campo “a dorso d’asino”, era l’orgoglio di Viterbo, il migliore rettangolo di gioco del Lazio.
Le precipitazioni delle ultime settimane hanno contribuito non poco all’operazione, e se un’estate piovosa fa incavolare quasi tutti, è certo che per i tifosi della Viterbese il sentimento sarà diverso. Continuando così, a settembre il Rocchi sarà pronto per ospitare le gare di campionato dei gialloblu, un vestito nuovo e acconcio per un campionato come la serie D, che stavolta sarà una specie di C2, visto la riforma che ha ridotto la Lega Pro. Non solo: pare che con il nuovo manto erboso si possa risolvere una volta per tutti una vecchia piaga del Rocchi, le famose “pozze”. Già, quella porzione di terreno di fronte alle panchine che puntualmente s’allagava ad ogni acquazzone, creando delle pozzanghere larghe e profonde in cui spesso s’impantanavano pallone e giocatori. Ora anche questo problema di drenaggio sembra risolto: niente più romantiche maglie infangate, d’accordo, ma vuoi mettere i vantaggi nel gioco e negli interventi?
Ma un’altra buona notizia, che Viterbopost è in grado di rivelare, è l’arrivo della delibera per la convenzione tra Comune e Viterbese. Firmata giovedì dalla giunta, dopo mesi di polemiche, incontri, mediazioni. Verrà sottoposta alla controparte – la famiglia Camilli – per la sigla definitiva. Con almeno due anni di gestione del campo, e nuovi progetti in cantiere (tra cui il recupero del campo dell’antistadio, abbandonato da anni), sembra proprio che la Viterbese abbia trovato la sicurezza di una casa. Ai risultati penseranno dirigenti, tecnici e giocatori. Un campionato lo hanno già vinto.