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“La manovra non toglie, anzi finalmente dà”

I deputati dem Terrosi e Mazzoli spiegano i contenuti della legge di stabilità

Il Pd spiega la legge di stabilità: ai lati i deputati Alessandro Mazzola e Alessandra Terrosi, al centro il segretario provinciale Andrea Egidi

Il Pd spiega la legge di stabilità: ai lati i deputati Alessandro Mazzola e Alessandra Terrosi, al centro il segretario provinciale Andrea Egidi

Le beghe viterbesi, almeno per un’oretta, restano sullo sfondo. Il Pd della Tuscia si occupa di altro: alla Legge di Stabilità, ad esempio, che i parlamentari dem hanno il compito di illustrare ai cittadini anche attraverso una pubblicazione il cui titolo spiega da solo di che cosa si tratta: “I numeri parlano chiaro: 100 cose buone che fanno crescere l’Italia”. Nella sede di via Polidori il compito di spiegare, almeno per sommi capi, gli interventi approvati con l’ultima manovra spetta ai deputati Alessandra Terrosi e Alessandro Mazzoli, padrone di casa il segretario provinciale Andrea Egidi.

Innanzitutto, i numeri: il valore complessivo degli interventi ammonta a oltre 31 miliardi di euro. Si era partiti con circa 28, ma l’aumento non è dovuto al consueto “assalto alla diligenza” dei parlamentari per spuntare qualcosa da destinare ai territori di riferimento: in corso d’opera sono intervenute alcune questioni che hanno fatto lievitare i costi complessivi. In primis, dopo i fatti di Parigi, la necessità di aumentare i fondi a disposizione del comparto sicurezza e, più o meno contemporaneamente, il caso dei quattro istituti di credito coinvolti nelle note faccende, che di fatto ha inserito il decreto “salvabanche” come parte integrante della Legge di Stabilità. Euro più, euro meno, si arriva appunto ai 31 miliardi di cui sopra.

“Questa – chiosa Egidi – è la prima manovra seria del governo Renzi. Di essa, si discute e si parla poco, perché si pensa ad altro. E invece per noi è molto importante far comprendere bene la portata dei provvedimenti adottati. Lo faremo con puntualità nelle prossime settimane attraverso incontri con i cittadini. E comunque, nel frattempo, ci stiamo preparando con il massimo impegno all’appuntamento elettorale della tarda primavera che interessa grandi città (come Roma, Milano, Napoli) e migliaia di piccoli comuni, compresi i 21 della Tuscia”. Oddio, potrebbero anche essere 22 se si aggiungesse Viterbo, ma questo è un altro discorso… “Inutile sottolineare – aggiunge – che si tratta di un voto amministrativo dai forti connotati politici. Una chiamata alle urne che precederà di poco l’appuntamento referendario quando saremo chiamati a dare il sì definitivo alla riforma costituzionale approvata dal Parlamento. Un passaggio epocale perché finalmente si sono fatte cose che mai, nonostante gli annunci, erano state fatte prima”.

“Nella manovra – interviene Mazzoli – ci sono segnali incoraggianti per l’Italia, un’autentica svolta perché dopo anni in cui il motto era chiedere ai cittadini, adesso finalmente si dà”. Si parte dai mancati aumenti aumenti di Iva e accise che da soli valgono quasi 17 miliardi di euro: il risultato è stato ottenuto attraverso la “sterilizzazione” (il termine è brutto, ma si dice così) delle clausole di salvaguardia inserite nelle leggi precedenti. Dunque, tanto per scendere nel concreto, non ci saranno aumenti del costo del carburante, anzi – vista la particolare situazione del prezzo del greggio – si spera che possano scendere ancora e più celermente di quanto è accaduto finora. Inserite poi le norme che cancellano l’Imu e la Tasi sulla prima casa. “E i comuni – aggiunge l’onorevole Mazzoli – saranno totalmente risarciti dei mancati introiti”. Sparisce anche l’Imu agricola: “Dal prossimo anno – spiega la collega Alessandra Terrosi – saranno esentati dal pagamento dell’imposta i terreni agricoli in aree montane o di collina, oltre che quelli posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali. Si tratta, come è facile intuire, di tipologie che interessano particolarmente la Tuscia. Finiranno quindi le disparità che tante problematiche hanno suscitato negli scorsi mesi”.

Il fascicolo del Pd che illustra i contenuti della manovra

Il fascicolo del Pd che illustra i contenuti della manovra

Sempre dal 2017, l’Ires per le imprese scende dal 27,5 al 24% e questa è una norma che vale quasi 4 miliardi di euro. Sempre per le imprese, quelle virtuose, è stato inserito il super ammortamento per l’acquisto di macchinari che prevede uno sconto fiscale del 140%. Abolita anche l’Imu sugli “imbullonati”, cioè le attrezzature utilizzate per la produzione industriale e collegate in modo fisso ai capannoni o agli impianti produttivi. Numerosi gli interventi anche nel settore sociale e nella politica di genere a favore delle donne. “Ad esempio – sottolinea la Terrosi – sono stati stanziati 90 milioni di euro per il cosiddetto ‘dopo di noi’, cioè aiuti per disabili gravi senza legami familiari”. Settimo intervento poi a favore degli esodati: stavolta la platea comprende altri 23.600 lavoratori, rimasti senza stipendio e senza pensione. “Non è risolutivo – sempre Terrosi – ma è un altro passo avanti”.

Infine, una parentesi doverosa sul decreto “salvabanche”. “Vale 3,6 miliardi – spiega Mazzoli – ma sono soldi che arrivano dal fondo interbancario. Fondi che permettono di tutelare 200mila imprese, un milione di risparmiatori e 7mila lavoratori (dei quali mille dell’indotto). Senza questo intervento, il crac sarebbe stato di 12 miliardi e non avrebbe interessato solo le banche coinvolte. ma l’intero sistema creditizio italiano. Con conseguenze ben più gravi che è facile immaginare….”.

L’elenco degli interventi è davvero lungo e impossibile da riportare. L’ultima notazione riguarda i rapporti con l’Europa. “Tutto è stato fatto – conclude Alessandro Mazzoli – nel pieno rispetto delle regole Ue, tanto che il rapporto deficit/Pil viene fissato al 2,4%, ben al di sotto della soglia del 3%”. Con tanti saluti alla signora Merkel…

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