20052024Headline:

Timido e pauroso? No, è un coniglio d’oro

Per gli Speciali in Biblioteca un'opera piacevole e particolare, corredata da 21 ricette

Daniela Trasatti e Luigi Serafini hanno scritto "Il coniglio d'oro"

Daniela Trasatti e Luigi Serafini hanno scritto “Il coniglio d’oro”

Il viagra di duemila anni fa? I testicoli di coniglio. E per le donne con problemi di sterilità le viscere. Sempre di coniglio, naturalmente. Parola di Plinio il Vecchio, uno che di natura se ne intendeva veramente, almeno per l’epoca in cui è vissuto: I secolo dopo Cristo. Questo significa semplicemente che quel simpatico animaletto era ben noto ai Romani che lo avevano scovato in Spagna e da lì lo avevano portato nell’Urbe dove lo allevavano rigorosamente fuori dalle case e per scopi prettamente alimentari, come dimostrano i rimedi pliniani appena ricordati. Già, il leporide per eccellenza è il protagonista assoluto de “Il coniglio d’oro” (Rizzoli), libro scritto con maestria da Daniela Trasatti e illustrato dalle mani sapienti di Luigi Serafini. “Un’opera che i librai fanno fatica a collocare nello scaffale giusto: letteratura per ragazzi, gastronomia, attualità…”, spiegano all’unisono i due autori. E voi dove la collochereste? “Magari nella saggistica”. Risposta sempre in coro.

Come che sia, il “piccolo trattato di antropocunicologia” (come da sottotitolo del volume) è davvero una summa di aneddoti, storie, curiosità: tutto quello che c’è da sapere, insomma, sul coniglio, completata anche da ricette particolari, direttamente sperimentate dalla stessa Daniela Trasatti che ha preparato i piatti a casa sua (le cavie?Gli amici che, pare, abbiano apprezzato anche gli abbinamenti abbastanza arditi). Per gli Speciali della Biblioteca Consorziale, la kermesse ideata da Paolo Pelliccia che sta portando a Viterbo nomi di spicco della letteratura italiana, ecco un libro che è una chicca per il tema affrontato, per lo stile assolutamente lontano dalla retorica e per le illustrazioni di quell’artista della matita che è Luigi Serafini, autore – va ricordato – del “Codex Seraphinianus” che lo ha fatto conoscere in tutto il mondo (è stato tradotto in 47 lingue…).

I due autori: alle spalle, una delle splendide illustrazioni del libro

I due autori: alle spalle, una delle splendide illustrazioni del libro

Chi sa che il coniglio ha avuto una parte fondamentale nell’aritmetica moderna? Fu osservando quell’animaletto e il modo in cui si riproduceva che il matematico pisano Fibonacci (un signore che studiando i suoi colleghi arabi introdusse lo zero: un’autentica rivoluzione) elaborò la serie che porta il suo stesso nome: ciascun numero è la somma dei due precedenti, per cui i primi termini della successione sono 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144… Tutto merito dei coniglietti che, come tutti sanno, si accoppiano con rapidissima frequenza. E infatti è il simbolo della fertilità. oltre che della Pasqua. Ma mentre da noi il coniglio indica persona pavida e paurosa, in Nord America viene utilizzato per classificare un tipo furbo e sveglio. “E si spiega anche perché – commenta la Trasatti – Non essendo un animale forte e maestoso, deve cavarsela con i mezzucci. E infatti si scava gallerie sotto terra: i cunicoli, appunto”. L’autentica rovina di questi leporidi è stato Walt Disney che utilizzò appunto un coniglietto dalle lunghe orecchie per il suo primo cartone animato: insomma, il “nonno” di Topolino. Da allora, in America, quella bestiola che veniva utilizzata soprattutto per scopi alimentari, è diventata quasi intoccabile trasformandosi in un animaletto da compagnia. “Una tendenza che sta prendendo piede anche in Italia – interviene Serafini – Ma il coniglio non familiarizza con l’uomo e in casa fa danni rosicchiando dappertutto. Insomma non è domestico: solo la Brambilla poteva sostenere una simile idiozia…”.

Il libro di Daniela Trasatti con le illustrazioni di Luigi Serafini

Il libro di Daniela Trasatti con le illustrazioni di Luigi Serafini

Sistemata una delle preferite del Berlusca, si passa ad altro. In passato, era assolutamente vietato portarli a bordo delle navi e i marinai si guardavano bene anche dal nominarli. “Perché – spiega Daniela Trasatti – essendo abituati a rosicchiare tutto, sulle navi facevano danni enormi mangiucchiando le corde e il sartiame”. Ma i giocatori incalliti non rinunciano mai a tenere in tasca una zampa di coniglio come portafortuna. E comunque ci sono anche i conigli cattivi: il film Donnie Darko e i quattro necrofori di Collodi che erano pronti per il funerale dei Pinocchio, riluttante a bere la medicina che gli aveva dato la Fata Turchina. Nel corso dei secoli ne hanno passate di tutti i colori: durante la Rivoluzione Francese subirono un vero e proprio eccidio. “Uno dei primi atti dei rivoluzionari – interviene la Trasatti – fu l’abolizione dei diritti feudali, tra i quali c’era pure la caccia fino ad allora riservata ai nobili. La conseguenza? I contadini si scatenarono nelle campagne contro quegli animali che distruggevano le colture: una strage”.

C’è anche il tempo per due intermezzi musicali: il primo con Georges Brassens (un poeta della canzone d’autore francese) che dedicò (anni Sessanta) un delizioso pezzo ai marinai e alle loro superstizioni, e l’altro con una composizione di sua maestà Leonard Bernstein che mette in musica una complicatissima ricetta. A proposito fra le 21 proposte nel libro, Daniela Trasatti sceglie i bocconcini con mandorle e prosecco; ma ci sono anche lo spezzatino con noci e brandy o con carciofi, fave e cipollotto o alle albicocche secche e vino marsala. O ancora al sidro secco, arancia e mele. Pare che sia tutto molto gradevole. Buon appetito.

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