D’accordo, il bilancio è stato approvato. Ma quanto è costato alle tasche della pubblica amministrazione? L’argomento non è né peregrino né pretestuoso, visto che il consiglio comunale di Viterbo ha impiegato quasi 60 ore – e sei giorni, da mercoledì scorso a ieri sera – per la discussione degli emendamenti, il dibattito e tutto il resto.
E’ sul finire dell’ultima seduta che viene fuori il discorso, grazie al capogruppo del Partito Democratico Francesco Serra, che premette: “La minoranza, prima di uscire, aveva presentato seimila emendamenti. Duemila il Movimento Cinque Stelle. Parliamo per la stragrande parte di argomenti e somme trascurabili, anche se il lavoro certosino dei grillini è apprezzabile, ma abbiamo impiegato, o perso, molto tempo per affrontarli. Ecco, sapete quanti soldi è costata questa manfrina? Diecimila euro circa solo di lavoro: 274 ore di straordinario per dirigenti e dipendenti per 5559 euro. Due impiegati per il consiglio per un costo di 1900 euro circa, altrettanti per i due uscieri, 800 euro per il servizio dei vigili urbani. Totale diecimila euro. Il calcolo è della collega Patrizia Frittelli – sottolinea Serra – e se è sbagliato lo è per difetto. Insomma, per cercare di risparmiare qualche centinaio di euro qua e là, spulciando nella mole degli emendamenti di De Dominicis, ne abbiamo spesi diecimila…” Dal pubblico, qualche militante del Movimento Cinque Stelle prova a replicare stizzito: “Perché guarda noi?”
E’ il sindaco, poco dopo, a tornare sul tema, in un intervento conclusivo in cui non risparmia randellate all’opposizione e al suo ostruzionismo. “In reltà dobbiamo parlare di costi aziendali, e per azienda intendo il Comune, di 25mila euro”, ha specificato il sindaco. Cioè, oltre ai diecimila euro citati da Serra bisogna tener conto anche delle altre spese vive: luce, acqua, fotocopie e tutto il resto. “In più ci sono incosti che vanno a gravare sul sistema paese – ha detto Michelini – Chi non può andare a lavorare perché deve essere presente in consiglio, il dirigente comunale costretto a stare qui invece di essere in ufficio a lavorare per i cittadini, e tutto il resto. Saranno pure i costi della politica, d’accordo, ma di cosa siamo stati costretti a discutere lo avete visto tutti…”
E Livio Treta, per concludere: “Soltanto a Viterbo c’erano in ballo seimila emendamenti. Tra tutti gli ottomila comuni italiani solo qui abbiamo assistito ad una mole così ingente di atti che ci ha costretto a sei giorni di consiglio – ha detto l’esponente della lista per i diritti – A Terni, a Civitavecchia, a Latina, ovunque, hanno dibattuto pochi emendamenti, ma di sostanza…”. E hanno speso sicuramente di meno, molto di meno che da queste parti. Dove, si sa, non ci facciamo mancare nulla, proprio nulla.