Ad Acquapendente la sanno lunga sulla sanità, perché quassù, nell’estremo nord della provincia e della Regione, c’era un ospedale che non c’è più (sarà trasformato in Casa della Salute). Ecco allora che le recenti emergenze viterbesi, cioè del pronto soccorso di Belcolle, nonché la stretegia regionale sul tema, hanno spinto il sindaco aquesiano Alberto Bambini a qualche annotazione.
“Declassare i pronto soccorso decentrati, quelli dei paesi, in semplici strutture di primo intervento ha evidenziato le difficoltà dei grandi ospedali, come Belcolle, nel garantire una risposta efficace all’utenza – rileva Bambini – Questa logica adattata dalla Regione e dunque della Ausl non funziona. Le liste d’attesa si allungano, la mobilità passiva cresce, i territori vengono privati di servizi, aumentano i costi e i problemi per i cittadini. Svuotare le periferie sanitarie non è servito”. Di qui, la richiesta del sindaco: “Chiediamo che Regione e Aziende sanitarie rivedano il modello sanitario fin qui applicato – dice Bambini – cercando insieme alle amministrazioni locali e ai cittadini di costruire un sistema sanitario degno di tale nome. Per questo, insieme all’onorevole Terrosi (del Pd, e aquesiana di nascita, ndr) e ad altri 14 comuni del territorio, abbiamo di nuovo chiesto alla direzione aziendale e alla Regione di sospendere ogni ulteriore decisione e di trovare insieme soluzioni alternative e anche innovatiche che tutelino il diritto alla salute”.
Già lunedì il sindaco potrà ribadire di persona il concetto, visto che in programma un incontro proprio tra il Comune aquesiano e il presidente della commissione regionale sulla Sanità. Chissà se gli daranno retta.