14052024Headline:

Atac pronta a scaricare la Roma – Viterbo

Si parla dell'arrivo di privati ai quali non interessa la ferrovia che attraversa la Tuscia

La stazione di Civita Castellana della Roma - Viterbo

La stazione di Civita Castellana della Roma – Viterbo

Già il nome della società dovrebbe far riflettere tutti coloro che romani non sono: Azienda per i trasporti autoferrotranviari del comune di Roma, il cui relativo acronimo è semplicemente Atac. Dunque, nella mission si parla della Capitale: chissà quanto gliene importerà di Viterbo e provincia ai vertici dell’azienda. Non c’è dunque da meravigliarsi se qualche mese fa l’amministratore delegato Danilo Broggi se ne uscì con una lettera all’assessore regionale Civita in cui, senza girare troppo intorno alle parole, chiese di cancellare il trasporto su ferro e di sostituirlo con quello su gomma nella zona della Tuscia attraversata dai binari della Roma – Viterbo. La faccenda non ebbe seguito anche per le violentissime reazioni delle decine di migliaia di pendolari che ogni giorno usano quella linea (per lavoro o per studio) e dei comuni (sia romani che viterbesi, senza distinzione di appartenenza politica).

Oggi la situazione assume contorni diversi e, per alcuni aspetti, anche più preoccupanti. Intanti i recentissimi disagi a Roma (per uno sciopero bianco sulle linee della metro) e nella Tuscia (sui binari) hanno convinto il sindaco Marino a rimuovere i vertici di Atac: fuori l’ad Danilo Broggi, il presidente Roberto Grappelli e i consiglieri Anna Maria Graziano, Cristiana Palazzese e Stefano Fermante. In uscita anche una decina di dirigenti, sui 54 attualmente in organico nella municipalizzata dei trasporti: tutti dell’Area amministrativa e della produzione. Al momento non sono invece in programma sostituzioni di manager nel settore metro-ferro e bus. La patata bollente finirà nelle mani di  Francesco Micheli, il super-manager chiamato sessanta giorni fa da Ignazio Marino ad assumere il ruolo di direttore generale di Atac, con poteri praticamente illimitati.

Il problema è che voci sempre più ricorrenti indicano una certa qual volontà di agire anche sul capitale azionario di Atac, mettendo sul mercato il 49% delle azioni. Che è sostanzialmente quanto è accaduto con Acea dove la maggioranza delle quote (51%) è rimasta al Comune di Roma, mentre la parte rimanente è divisa tra il gruppo Caltagirone (quasi il 16%), i francesi della Suez  (12,48%), Norges Bank (2,02%) e il mercato (18,64%). E chi sarebbe interessato? Si parla di compagnie francesi, tanto per cambiare. Il fatto è che fanno gola alcuni rami di Atac (metropolitane in primis, ma anche le due linee ferroviarie Roma Lido e Roma Giardinetti); ciò che non piace agli investitori stranieri è, per una serie di ragioni, proprio la Roma Viterbo.

La linea Roma - Viterbo attraversa Vignanello

La linea Roma – Viterbo attraversa Vignanello

Innanzitutto il fatto che la gran parte del tracciato è ancora su binario unico. E’ vero che la Regione ha dato il via ad una serie di ammodernamenti su alcune tratte, ma è altrettanto vero che il raddoppio totale costerebbe una valanga di miliardi, impensabili anche per il più navigato dei competitor. In più c’è la questione dei passaggi a livelli che sono ancora tanti, anche nei percorsi urbani. L’adeguamento alle normative europee anche in questo caso costerebbe tanto. Il pericolo allora che si profila all’orizzonte è che Atac possa essere smembrata rispetto alla configurazione attuale, creando da una parte quella si chiama “good company” (la parte più sana e produttiva), affiancata naturalmente da una “bad company” (la parte meno ricca e meno appetibile) nella quale andrebbe a confluire la Roma Viterbo. Con tutti i rischi che non vale nemmeno la pena ripetere. Ipotesi fantasiose? Può essere, ma non bisognerà aspettare molto per capire come si metteranno le cose, visto che il nuovo capo Francesco Micheli è uno abituato a gestire situazioni complesse, viste le precedenti esperienze in colossi come Gucci, Poste Italiane e Intesa San Paolo.

I numeri delle ultime settimane sono allarmanti: secondo i conti fatti dal capogruppo in Regione di Forza Italia, Antonello Aurigemma, “in 20 giorni sono state soppresse 600 corse sulla Roma Viterbo, che è ormai un inferno. I cittadini sono esasperati, essendo costretti in molti casi a dover utilizzare l’auto privata, dopo aver pagato l’abbonamento al trasporto pubblico”. “Proprio per questi motivi – aggiunge  Aurigemma – ho presentato una interrogazione a risposta immediata, e l’assessore Civita ha anche lui riconosciuto i pesanti disagi, parlando dell’ipotesi di progetti di finanza per la gestione di queste tratte in futuro. Infatti, la questione è la seguente: le linee sono di proprietà della regione, ma gestite da Atac. Al momento, Atac e il Campidoglio si stanno dimostrando del tutto incapaci ad offrire un servizio di qualità, perciò abbiamo più volte manifestato la possibilità ed eventualità di cambiare gestore. La priorità deve essere quella di tutelare gli utenti e garantire un servizio efficiente. Proprio per tali motivi, come ho affermato durante la seduta consiliare alla presenza dell’assessore ai trasporti, anche al fine di dar seguito alle sue parole, ritengo opportuno affrontare tale realtà con tutte le parti in causa nella commissione competente, analizzando anche le ipotesi di project financing”.

Danilo Broggi, ormai ex ad di Atac

Danilo Broggi, ormai ex ad di Atac

Si intrecciano quindi questioni politiche e questioni economico – finanziarie: Marino annuncia una ricapitalizzazione di 200 milioni di euro, primo passo verso l’ingresso dei privati. Ma ci vorrà tempo: 18-24 mesi, oltre che una gara europea. A settembre, intanto, la Regione verserà ad Atac circa 300 milioni di euro, ma si tratta di debiti pregressi.

Un quadro in continua evoluzione nel quale, purtroppo, i problemi che interessano la Tuscia e i suoi cittadini  sono quasi totalmente trascurati. Occhi aperti: qui può accadere di tutto, ma con poche componenti davvero positive.

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