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Le terme dei desideri. E un saluto ai lettori

L'assessore Perà crede nel rilancio: non è la prima e non sarà l'ultima a provarci

Il Bullicame

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Rilanciare il termalismo, dice l’assessore allo Sviluppo Economico Sonia Perà. Perfetto: fatelo, facciamolo, voto 9. Anche attraverso questa cosa qui della Regione, Call for proposal. Un progetto e un finanziamento. Incrociando le dita, e al netto di cataclismi, chissà che non funzioni e il settore riesca finalmente a decollare.

Questa la versione più edulcorata della faccenda. Poi però c’è tutto il resto, i fantasmi di un passato pieno di promesse e altrettanti fallimenti, di intrighi legali, economici, personali, che hanno ridotto il famoso termalismo viterbese in un campo minato. Anzi, peggio: un cimitero delle buone intenzioni, voto 2.

Sì, è davvero difficile essere ottimisti se si pensa a tutto a quel marciume. Alle antipatie, ai conflitti d’interesse, al dubbio (storico) che il mercato locale sia autoconservativo – cioè si limita a tutelarsi – e non ha mai voluto la concorrenza di nuovi attori (a proposito: non credete a quelli che dicono “Altri imprenditori sarebbero benvenuti”, perché è una frase fatta, e falsa come una banconota da tre euro.) Non credete neanche all’intraprendenza – a parole e solo a parole – delle istituzioni, di oggi come quelle di ieri. Il politico che riuscirà a sviluppare l’economia, o anche solo un settore di essa, deve ancora nascere, specie da queste parti.

Ma soprattutto, è sbagliato pensare che il termalismo possa essere un traino per tutto, la ricetta definitiva della svolta. Lo confermano persino gli esperti di turismo, gli addetti ai lavori che controllano flussi e spostamenti di questo viaggiare sempre più globale. La gente non si muove per venire alle terme di Viterbo. Oggi i centri benessere, le spa, si trovano dappertutto. La disponibilità di acqua sulfurea non è più un fattore decisivo come in passato. Ci sono le piscine, i massaggi, i percorsi sensoriali, le diete a base di tisane (voto 2) ovunque: dai resort sul Mar Rosso alle Alpi bavaresi.

Il termalismo, semmai, può essere un qualcosa in più da offrire al visitatore, un’integrazione di quello che si ha. Vengo a Viterbo, vedo la città, faccio un giretto in qualche necropoli etrusca, e mi rilasso alle terme. Ecco, così potrebbe funzionare. Ma in un sistema armonico, di rete, e con prezzi di conseguenza accessibili per tutti. Ci si può iniziare a lavorare, e proseguire con tenacia senza mollare un giorno, ma per i risultati ne riparliamo forse negli anni venti. Di questo secolo. In ogni caso, in bocca al lupo all’assessore Perà: non è né la prima né l’ultima a provarci, chissà che non ci riesca.

Ps. Da oggi Viterbopost ha un nuovo direttore, Nicola Savino. Che proseguirà sulla scia già intrapresa dal sottoscritto ma soprattutto da Arnaldo Sassi, che questo giornale lo fondò e che – sempre per il sottoscritto – è una sorta di papà professionale (anche se non sono sicuro che l’idea gli piaccia…). La sinergia con Viterbonews24 si farà se possibile ancora più intensa. Un ringraziamento doveroso per gli editori Studio Uno, della famiglia D’Ascanio, che mi hanno concesso l’onore di dirigere questa testata. Alla quale resterò legato per sempre. In bocca al lupo a Nicola, un saluto ai lettori.

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