17052024Headline:

La cosa più bella della gita? La discoteca

Già si organizzano i viaggi d'istruzione a primavera, con i paradossi del caso

Una gita scolastica

Una gita scolastica

La primavera è vicina… Gli studenti, gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado fanno il conto alla rovescia. Non perché desiderino l’arrivo della stagione delle rondini, ma perché appena fioriranno i peschi, i ciliegi e i meli sarà tempo di gite , o meglio, di “viaggi di istruzione”, come si dovrebbero chiamare in realtà.

Posso parlare solo per la mia esperienza di insegnante di scuola media inferiore e superiore, ma, non ho mai avuto allievi che volessero compiere un viaggio di istruzione. Ho sentito sempre fare progetti di serate in discoteche stratosferiche sia che andassero all’interno del nostro paese, sia che andassero  a Praga o a Barcellona ( evviva la movida). Non ho mai sentito dire “che bello andiamo a visitare Santa Croce a Firenze”, oppure “andiamo a Parigi per visitare il Louvre”.

Sempre più spesso il costo del viaggio esclude biglietti d’ingresso a musei e luoghi d’arte:in pratica la somma ufficiale che si paga prevede albergo, pasti, mezzi (bus, aereo, treno) e tutto il resto non è compreso. E’ chiaro dunque che quando si arriva all’ingresso del magnifico museo pieno di opere, da vedere, il giovane gitante dica “aspetto fuori”. £ così si tiene i soldi ber il biglietto della discoteca e qualche birretta.

Che resta da fare al povero insegnante/accompagnatore? Entra con uno sparuto gruppo di ragazzi e amen. Le giornate per gli studenti dai sedici anni in su finiscono sempre al pub o in discoteca dopo lunghissime trattative sull’orario di rientro. All’insegnante/accompagnatore non restano che due opzioni:o mettersi a ballare come un matto in mezzo alla pista (in sprezzo del ridicolo) o sdraiarsi su una poltroncina e farsi una dormita in attesa del rientro in albergo. Dopo una nottata così il giorno dopo alzarsi per andare in giro per una città sconosciuta e bella quanto vuoi è veramente dura…

P.S. L’insegnante in gita – pardon, viaggio di istruzione – difficilmente percepisce la missione, almeno così pare, lo fa per spirito di sacrificio, non può essere obbligato, va sua sponte. Allora a che servono le gite, pardon i viaggi di istruzione?Senza dubbio alle agenzie di viaggio e certamente allo studente che tornato a casa metterà su Youtube le foto di gruppo di studenti che fanno la linguaccia (a chi poi ?) e racconterà ai compagni di classe che non sono andati (per tanti motivi) quanto era bella la discoteca a cinque piani.

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