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Mihajlovic e Vialli, uomini di sport, maestri di vita.

Editoriale di A. Stefano Marini Balestra

Viterbo,7.1.23 –

La recente scomparsa per analoga perniciosa malattia di due uomini che furono famosi per le loro glorie sportive mi ha portato a considerare il valore dello spirito sportivo che anima coloro che ad esso sono stati formati ed educati per affrontare una competizione, sia essa una partita di calcio o la vita.

La vita, come lo sport, è perenne competizione. Quando siamo nati siamo stati iscritti d’ufficio ad una gara, una speciale gara: dapprima, quella con noi stessi e quella nei confronti dei nostri simili e della natura.

Vivere la vita è partecipare quindi ad una gara, volenti o non volenti, ma tant’è. Qualcuno per questa gara appare partire favorito, altri meno, ma il traguardo è uguale per tutti anche se la gara non ha la stessa durata e distanza.

Chi ha avuto la fortuna di essere stato educato sportivamente, corre la gara della vita con uno spirito diverso da chi non ha avuto la fortuna esserlo.

Chi possiede spirito sportivo, assimila le sconfitte e le vittorie con quello di un atleta in gara.

Per partecipare ad una gara ed avere speranze di successo c’è necessità di preparazione ed allenamento non solo fisico, ma mentale, infatti, la “macchina” fisico, se non manovrata dalla “macchina” cervello, non da risultato utile; altrettanto nella vita, come in una lunga gara non basta avere in ordine i muscoli, ma lo spirito.

Uno sportivo sa coniugare i due aspetti, perchè per vincere non basta un fisico allenato e preparato, ma un “cuore”.

Durante una gara possono accadere tante cose negative, ma per superarle e magari, accettarle, occorre qualcosa in più e quel più è quello è il patrimonio morale dello sportivo.

I campioni del calcio recentemente scomparsi hanno lottato contro il male con la stessa grinta con la quale hanno sportivamente lottato contro i loro avversari. Hanno accettato la competizione anche della vita come si affronta una gara, cioè, si combatte un avversario con rispetto ed allo stesso si accettano le avversità, cercando superarle. Sinisa e Gianluca, non ci sono riusciti, ma hanno dato una lezione di vita nel come e perchè si debbano accettare e superare le avversità inevitabili nella vita di ciascuno di noi.

Hanno saputo perdere, Questo dobbiamo imparare tutti., Non sempre si può essere vincitori.

Ha vinto lo sport, cioè il modo di vivere e pensare da sportivo, cioè quel bagaglio mentale che fa si che, di fronte alle difficoltà, non ci si arrenda, ma si continui lottare.

Questa è la lezione che da lo sport. Si potrà pure perdere, ma ciò lo sarà con onore.

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