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Incidenti stradali: la scia di sangue non si ferma.

Vediamo il perchè di tanti incidenti

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,2.2.23 –

Come i media confratelli della provincia e nazionali indicano, le notizie gli incidenti stradali si prendono larga parte della cronaca, ma queste notizie, però, non sembrano essere di monito per gli utenti della strada.

In un nostro recente articolo su queste colonna indicammo che la responsabilità di tanti fatti luttuosi non sempre hanno la paternità della corretta condotta dei conducenti, ma la condizioni delle strade.

Negli anni 50 del secolo passato in Italia circolavano poco più di due milioni di veicoli a motore e le vittime della strada erano grosso modo quelle di oggi. Ma, allora, la sicurezza passiva dei veicoli era inesistente, la condizioni delle strade pietose, molte ancora a fondo naturale (bianche), l’educazione dei conducenti inesistente ma oggi, nonostante miglioramenti di sicurezza dei veicoli, il numero delle vittime è rimasto identico, anche se il parco circolante si aggira a circa 57milioni di veicoli.

Ma non c’è da gioire se la sproporzione appare enorme.

Vanno ricercate le cause di ancora tanti incidenti.

Primo, ritengo da parte mia, la ottima prestazione velocistica delle nuove vetture. Negli anni 60 una 500 a malapena arrivava a 100km/hi di velocità massima, un 500 attuale raggiunge i 150 in breve. Pertanto, a voglia limitare in potenza i veicoli guidabili da nuovi patentati quando comunque è possibile un’ accelerazione pericolosa in poche centinaia di metri.

Evviva la tecnica che oggi consente prestazioni motoristiche importanti con bassi consumi., Per es., una vettura degli anni 50/60 di duemila di cilindrata, aveva prestazioni di una vettura odierna tre cilindri con meno di mille centimetri cubici, vettura, però che ha dalla sua sistemi di difesa passiva importanti.

Ma, nonostante tutto ciò, la strage continua.

Incidenti stradali cresciuti nel 2022 e anche le vittime

Gli incidenti stradali sono cresciuti nel 2022 e anche le vittime. Un trend negativo corroborato da questo inizio di 2023.

La tragedia di Roma costata la vita a cinque ragazzi tra i 17 e i 22 anni prosegue nel modo peggiore il 2023 in Italia sul fronte della mobilità. Nel corso di questo primo mese sono state tante, troppe le vittime e i feriti di incidenti stradali. In totale, si contano già 85 morti, sottolinea l’Asaps, l’Associazione amici e sostenitori della Polizia stradale, che prende a riferimento i week-end. Le rilevazioni vanno dalle 24 di venerdì alle 24 di domenica, per un totale di 72 ore.

I numeri pubblicati dalla Polstrada riferiscono che nel 2022 sono aumentati gli incidenti stradali (del 7,1 per cento rispetto al 2021, passando da 65.852 a 70.554), quelli mortali (più 7,8 per cento, 1.362) e le vittime (più 11,1 per cento, 1.489). Dobbiamo però considerare che nel 2021 esistevano restrizioni per la pandemia COVID 19.

Per quanto riguarda i sinistri con lesioni e i feriti si è, rispettivamente, registrato un incremento dell’8,4 per cento (28.914) e del 10,6 per cento (42.300).

A questo punto vanno ricercate le cause. Le vetture moderne hanno sul cruscotto non solo il tachimetro, la pressione dell’olio e la temperatura dell’acqua, ma una serie di gadgets, in primis uno schermo “televisivo” che da informazioni di ogni genere, nonchè un uso del telefonino ancora non per tutti in vivavoce, che comunque distrae. Se l’automobilista anni 50 non aveva la radio a bordo e poteva mantenere l’attenzione alla guida, l’automobilista del primo ventennio del terzo millennio, ha mille modi per distrarsi. Un’occhiata al navigatore, un’altra ad un messaggio comparso sullo schermo, una manovra di passaggio da un tipo di guida ad un altro, è benzina sul fuoco della distrazione. Certamente, un uso più discreto degli apparati di informazione presenti ormai anche nelle utilitarie, favorisce attenzione alla strada.

Parliamo poi di strade. L’Italia è stata la prima nazione europea dopo la Germania di vantare il primato della costruzione di autostrade, ma certamente non altrettanto ha sistemato la rete viaria ordinaria.

L’ha fatto la Francia, che, apparendo indietro sulla costruzione di autostrade, vanta una rete stradale ordinaria di primo ordine.

In Italia ancora troppe strade a doppio senso, anche statali o provinciali ormai divenute vie di scorrimento. Traffico enorme su viabilità rimasta anni 50.

Facciamo un esempio che riguarda la nostra zona. I grandi camion che provenienti dal casello di Orte dell’autostrada A! e sono diretti a nord, precisamente verso Grosseto, Livorno, Pisa, escono dalla superstrada a Viterbo, fanno un pezzetto di Cassia nord, poi a sinistra sulla provinciale Commenda, poi Verentana e da ultimo Castrense sino a Montalto per prendere l’Aurelia.

Vi rendete conto che un provinciale come la Commenda asfaltata solo nei primi anni 60 è oggi la succedanea della E45 incompleta !

Ecco il perchè anche di tanti incidenti, Non solo colpa degli automobilisti, ma anche degli amministratori pubblici che non sono stati capaci adeguare la viabilità ad un parco circolante venti volte inferiore la originaria progettazione stradale dei tempi delle carrozze a cavalli..

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