“E’ stata una trattativa estenuante, abbiamo fatto tutto il possibile ma alla fine l’azienda ha deciso così”. La vicesindaco Luisa Ciambella è rammaricata, ma consapevole di aver profuso tutti gli sforzi per scongiurare il licenziamento dei 38 lavoratori viterbesi (sui 108 totali) di Esattorie. O almeno, per prorogare di altri tre mesi la cassintegrazione. Missione fallita, dopo una riunione fiume venerdì al ministero del Lavoro (dalle dieci di mattina alle cinque di pomeriggio).
“Abbiamo provato a convicere la società ad applicare il cambiamento della norma varato dal Govero nelle scorse settimane, chiedendo cinque giorni di tempo per produrre tutti i documenti necessari – spiega Ciambella – ma non ci siamo riusciti. La società ha sostenuto che questa proroga le sarebbe costata duecentomila euro e ha preferito procedere coi licenziamenti. Ci aspettavamo maggiore senisiblità, soprattutto in un momento delicato anche a livello generale”. E invece no. I trentotto sono ufficialmente senza lavoro e Palazzo dei priori, incalzato dai sindacati, già lavora per il futuro.
“Avevo già convocato una riunione per l’11 settembre – dice la vicesindaco, che ha seguito questa tormentata vicenda passo passo – Stiamo preparando il bando di gara europeo, che partirà ai primi di ottobre: speriamo che al nuovo servizio di riscossione, che partirà ad inizio 2015, aderisca il maggior numero di comuni possibile, affinché aumentino i posti di lavoro, sui quali verranno riassorbiti gli ex dipendenti di Esattorie. Più comuni vuol dire più assunzioni, e più speranze per i 38 lavoratori”. Con l’obiettivo concreto di trovare una collocazione per la maggior parte di loro.
Una speranza per i 38 lavoratori ex Esattorie
di Andrea Arena
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