18052024Headline:

Le vere tragedie stanno altrove

Riflessioni e considerazioni di varia umanità sorseggiando il caffè della domenica

savino nicolaLe vere tragedie stanno altrove. Altro che il bilancio comunale e le mille acrobazie per arrivare ad uno straccio di approvazione. La presenza di una trentina di siriani in città, rifugiati in Italia a causa di un’infinita e sanguinosa guerra, dà l’occasione per una riflessione a cuore aperto su certe questioni che vengono strumentalizzate e che invece meriterebbero ragionamenti seri e non sparate sui giornali e in tv.

Dunque, laggiù, in Siria, si combatte ogni giorno tra decine di fazioni rivali. C’è il violento regime degli Assad (il figlio ha ereditato pari pari tutte le negatività del padre), c’è l’Isis, ci sono Turchia e Iran e ancora gli emirati: ognuno con interessi diversi, fatti valere a suon di bombe, combattimenti, morti, feriti, lutti e devastazioni. Un eccidio in piena regola di fronte alla quale il mondo occidentale (quello che ama definirsi civile…) assiste in maniera abbastanza distaccata. Ogni tanto bombarda, manda i droni, aiuta questo, finanzia quello, dà una mano a quell’altro. Inutile dire che manca un reale coordinamento politico. E l’Europa (che è poi la regione geograficamente più interessata) è la più assente di tutti. Piccola parentesi: qualcuno dovrebbe spiegare il ruolo della Mogherini sulla cui nomina Renzi volle combattere una battaglia campale. Ma perché?

Questi poveri disgraziati che dopo mille peripezie riescono ad arrivare sulle coste italiane, dovrebbero essere rimandati indietro o ributtati in mare, a seconda delle lune del signor Salvini. E il diritto d’asilo, tutelato da leggi internazionali oltre che, in primis, dall’umanità e dal buonsenso? Carta straccia. E’ vero, tra le migliaia che riescono ad attraversare il Mediterraneo, ci sono delinquenti, spacciatori, assassini, magnaccia. Ma come si fa ad individuare chi ha davvero diritto a restare in Europa, non in Italia, se non dopo un’accurata verifica? E’ utopistico pensare di farlo dai luoghi di partenza. In Libia soprattutto, dove la situazione è così complicata che si fa anche fatica ad individuare chi sono gli interlocutori. E visto che è praticamente impossibile fare una selezione (brutto termine, ma rende l’idea) all’imbarco, bisogna pensare a soluzioni serie e rigorose all’arrivo. Con il pieno coinvolgimento di tutte le regioni italiane e di tutti gli stati europei. Ci lavori la Mogherini, invece di inanellare gaffe su gaffe.

Insomma, i siriani che hanno soggiornato a Viterbo per una settimana hanno fatto comprendere che le beghe di casa nostre sono al più commedie, spesso farse. Le tragedie vere stanno poco lontano e sono molto più serie e importanti.

Buona domenica e buone vacanze (per chi può farle).

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