Etica, solidarietà, condivisione, ma anche economia, duro lavoro e profitti: questi gli aspetti confluiti all’interno di “Nuove Terre”, documentario firmato da Francesca Comencini e Fabio Pellarin e presentato nell’Aula magna della Facoltà di Agraria di Viterbo. Cinque cortometraggi di forte impatto emotivo, a tratti crudi per il modo in cui viene presentata la realtà, senza fronzoli né musiche di sottofondo, catalizzano l’attenzione dello spettatore sull’argomento principe del documentario: l’agricoltura sociale.
L’intento è quello di introdurre un altro aspetto, sconosciuto ai più, di questa filosofia: è infatti finita l’era in cui l’agricoltura sociale veniva vista come mero atto di beneficenza da parte delle aziende nei confronti delle fasce più deboli e disagiate. Adesso, gli ultimi della società vengono considerati a tutti gli effetti parte integrante del sistema agricolo, attraverso cui riescono a ristabilire con il lavoro e il contatto con la terra un senso di dignità smarrito fino a quel momento. Tutti i personaggi, dopo una prima fase di timore nei confronti del mondo del lavoro, riescono a ottenere un loro riscatto personale, annullando la paura di sbagliare, la paura di non farcela o quella di non essere apprezzati. Eppure, il loro lavoro dimostra di avere lo stesso valore di quello delle altre persone che si adoperano in questo contesto, perché la passione e la dedizione profusi hanno finora portato frutti significativi.
Uno dei vini premiati al Vinitaly di quest’anno col premio Angelo Betti e offerto al termine della presentazione del documentario, proviene dall’azienda agricola Capodarco, massima espressione di integrazione sociale combinato a uno sviluppo economico invidiabile. Lo evidenzia Carlo Haussman (assessore regionale all’Agricoltura) durante la conferenza tenutasi subito dopo la proiezione insieme al professor Saverio Senni, Fabio Pellarin e Alessandra Pesce del MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali): “Sono storie di uomini, è l’uomo il soggetto, e questo è profondamente importante perché l’agricoltura è un settore in cui le mani hanno ancora un’importanza enorme” riuscendo a tenere come punto fermo il legame imprescindibile tra la Madre Terra e i suoi figli.