18052024Headline:

”Volete ortica gratis per fare il risotto?”

L'ironia corre veloce sul web

san-pellegrino-viterbo-1”Chi vuole un po’ di ortica per farci il risotto?” ”Anche gli gnocchi ci vengono bene, ma non al profumo di pipì di cane”. Le stradine che si snodano nel centro storico di Viterbo sono diventate oramai un orto a cielo aperto. Sì perché le erbacce che crescono indisturbate ai lati dei palazzi e tra le antiche pietre o sampietrini sono diventate talmente rigogliose da dare un nuovo aspetto al centro città facendolo somigliare ad una zona di campagna.

E come accade sempre più spesso negli ultimi tempi, le denunce dei residenti passano dal web. Sulle pagine social infatti i viterbesi, esausti per la mancanza di pulizia, di manutenzione e insomma di attenzione da parte del Comune per la cure delle vie del centro storico, si trovano a ironizzare su un problema che, se pur di poca gravità, contribuisce a rendere quella zona ricca di storia e di bellezze architettoniche di Viterbo sporca e poco curata agli occhi non solo dei cittadini, ma anche dei turisti.

”Noi mica abitiamo in campagna, ma in città – si legge sui social -. Ripulire i vicoli non è compito nostro”. Però qualcun altro non è dello stesso avviso e commenta: ”Ci vogliono cinque minuti a strappare quelle erbacce da davanti alla propria porta. Prima si faceva tutti, ognuno teneva pulito davanti a casa propria e non mi sembra ci sia niente di cui vergognarsi, è educazione civica. Se aspettiamo sempre che lo facciano gli altri solo con la scusa che paghiamo non si risolverà mai nulla”.

Poi l’ironia, tanta, a cominciare dalla professione del primo cittadino Leonardo Michelini con tanto di hashtag: ”#sindacovivaista si chiama coerenza”. O ancora si legge: ”Verdure gratis, a chilometro e costo zero”. ”Che dite di seminare anche basilico e prezzemolo?” propone scherzosamente un residente della zona. Non manca nemmeno lo scambio di ricette con le ortiche spontanee: ”Buone per farci il risotto”. ”Anche gli gnocchi ci vengono bene – risponde un’altra -, ma non al profumo di pipì di cane”. ”Ma sì – si legge di rimpallo -, la pipì si lava”.

 

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